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Ci chiediamo quanto sia importante e vitale idratarci correttamente, con almeno una quantità sufficiente d’acqua?
Attenzione perché oggi farò riferimento ad uno studio che ci convincerà a fare più attenzione all’acqua che beviamo e alla sua estrema importanza. Perdonatemi se a tratti sarà un po’ pesante, ma ne vale la pena.
Prima di tutto una breve introduzione. Siamo costituiti da più del 50% d’acqua, che ci serve per regolare la temperatura, ci serve per la digestione del cibo, per la costruzione degli ormoni, per lo scambio di ossigeno con l’esterno, e lo scambio di tutte quelle sostanze, metaboliti, utili alla nostra sopravvivenza e a tanto altro. Ma quello che probabilmente non sappiamo, e che mi ha lasciata pensierosa, è quanto l’acqua che beviamo può incidere sulla nostra età biologica. Ripeto: età biologica, e cioè non la nostra età anagrafica, ma l’età che realmente rispecchia il nostro stato di salute. Come siamo davvero, dentro. Perciò ripeto: quanto l’acqua che beviamo può incidere sulla nostra età biologica e di conseguenza, quanto può rallentare il nostro processo di invecchiamento e di conseguenza la comparsa delle più comuni malattie croniche, come l’ipertensione, l’insufficienza cardiaca, il diabete, le malattie polmonari croniche e la demenza.
Credo che in questo momento ognuno di noi starà pesando a qualcuno. Io, in questo elenco di malattie croniche, trovo forse più dolorosa quella rappresentata dalla demenza, ma è solo un pensiero personale a mio padre e al dolore che ha dovuto provare a non ritrovarsi e riconoscersi più nella sua quotidianità.
In sintesi vedremo come l’acqua, se assunta a sufficienza, possa incidere sulla nostra longevità.
C’è uno studio recentissimo, appena pubblicato, uno studio statunitense, sullo stato di idratazione, che desidero condividere con voi. Uno studio durato 25 anni e con circa 16.000 partecipanti. Si, hanno monitorato 16.000 persone per 25 anni. Con questo studio hanno valutato gli effetti pro-invecchiamento della lieve ipoidratazione, ossia quando beviamo poco, che attiva dei meccanismi subclinici, praticamente non rilevabili, di conservazione dell’acqua, e questi meccanismi portano ad una riduzione del volume di urine emesso, quindi faremo meno pipì, e soprattutto più concentrata, più colorata alla vista.
Questo meccanismo della conservazione dell’acqua in risposta alla ipoidratazione, fa alzare la quantità di sodio nel sangue, senza che però questo innalzamento possa superare i limiti consentiti, perciò non avremo nelle analisi del sangue il sodio fuori dalla norma, con l’asterisco per capirci, ma che si avvicina al limite massimo, senza oltrepassarlo. Questa è l’ipoidratazione subclinica.
Questo studio mette in risalto che quando il sodio sierico, cioè nel sangue, è nella parte superiore del range di riferimento, anche senza superarlo, in una persona di mezza età, è in grado di predire un più rapido invecchiamento biologico ed un aumento del carico di malattie croniche, caratteristiche dell’età avanzata. Praticamente questa ipoidratazione subclinica ci fa invecchiare molto più velocemente.
Ora non voglio parlare di numeri, ma il messaggio è forte e chiaro: se beviamo poco acceleriamo il processo di invecchiamento e con esso il rischio, di almeno il 40% in più, di sviluppare tutte le malattie croniche legate all’invecchiamento.
Mantenere uno stato di idratazione ottimale rallenta il processo di invecchiamento e la nostra età biologica, e perciò la comparsa di tutte le malattie degenerative che si porta dietro.
È stata anche identificata una soglia di sodio serico, rilevabile con le analisi del sangue di routine, che può essere utilizzata per identificare persone a rischio che necessitano di una valutazione clinica più approfondita.
Ora siamo alla domanda di rito: quanta acqua bere?
Noi non dobbiamo dimenticare che l’acqua la beviamo, tra virgolette, anche attraverso gli alimenti, la frutta, la verdura, ricchi d’acqua; le zuppe, centrifugati, anche la stessa pasta che una volta cotte trattiene l’acqua. E poi c’è anche una stagionalità: d’estate beve un po’ di più perché sudiamo per conservare la temperatura, e poi c’è l’età, il genere, e se si pratica sport. Perciò le variabili sono diverse e allora quando si parla di quantità d’acqua da bere io mi affido ad una quantità che si può solo aumentare, ad un minimo di sicurezza, incrementabile a seconda delle nostre particolari caratteristiche.
Beviamo almeno 1 litro d’acqua. Sono circa 4/5 bicchieri di acqua distribuiti nella giornata. Meglio se riduciamo anche il quantitativo di consumo di caffè e di alcolici, che tendono a ridurre le riserve d’acqua e che concentrano le urine.
Il primo segnale che ci indicherà di aver intrapreso la strada giusta, sarà il cambiamento del colore delle urine che appariranno più chiare, più diluite.
In sintesi vi consiglio di bere almeno 1 litro di acqua al giorno, a sorsetti, come fosse un vero e proprio depurativo, un anti-aging, che oltre ad allontanare le rughe da invecchiamento, tiene soprattutto lontano le malattie legate ad esso.
Alla prossima e il tema sarà il famigerato gonfiore della pancia.